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Restyling sito aziendale SEO‑friendly: guida passo dopo passo

Un restyling del sito aziendale ben fatto può rilanciare l’immagine di un brand, migliorare l’esperienza utente e aumentare i contatti. Ma attenzione: se non gestito con cura, può anche distruggere anni di posizionamento SEO. In questa guida ti spiego, passo dopo passo, come rifare il tuo sito senza perdere traffico e visibilità.

1. Audit SEO iniziale: non si parte da zero

Prima di toccare una riga di codice, serve un’analisi approfondita del sito attuale. Quali pagine generano traffico? Quali keyword sono posizionate meglio? Usa strumenti come Google Search Console, Google Analytics e Screaming Frog per creare una mappa completa delle URL e dei contenuti da salvare. Questa fase è fondamentale: se non sai cosa funziona, rischi di buttarlo via per errore.

👉 Hai già fatto un’analisi tecnica in passato? In caso contrario, dai un’occhiata al nostro articolo sull’importanza della struttura di un sito web.

2. Redirect 301: la rete di sicurezza

Nel 90% dei casi, con un restyling cambieranno gli URL. E ogni URL modificato senza redirect è un buco nero per Google. Crea una tabella con vecchi e nuovi indirizzi e imposta redirect 301 da ogni vecchia pagina alla nuova equivalente. È il modo più semplice per conservare autorità, link building e posizionamento.

3. Struttura e navigazione: meno caos, più logica

Il restyling è l’occasione perfetta per sistemare l’architettura del sito. Riorganizza le sezioni, rendi chiara la gerarchia dei contenuti, migliora i menu e introduci breadcrumb se non ci sono. Una struttura ordinata aiuta Google a capire le priorità e migliora la navigazione per l’utente.

4. Performance e mobile first

Google è diventato ossessionato dalla velocità e dall’usabilità da smartphone. Il nuovo sito deve caricarsi velocemente e funzionare alla perfezione anche su dispositivi mobili. Comprimi immagini, usa lazy loading, limita il numero di plugin e controlla i Core Web Vitals con PageSpeed Insights o Lighthouse.

5. SEO on-page e contenuti

Ogni nuova pagina deve avere:

  • un titolo unico e ottimizzato
  • una meta description accattivante
  • intestazioni ben strutturate (H1, H2…)
  • keyword strategiche, soprattutto nelle prime frasi
  • testi coerenti, informativi e aggiornati

Riutilizza dove possibile i contenuti che funzionavano, migliorandoli se serve. Se hai bisogno di riscriverli da zero, fallo con in mente le query che intercettano meglio l’intento degli utenti.

6. Schema.org, robots.txt e sitemap.xml

Completa l’ottimizzazione tecnica implementando:

  • Schema markup per migliorare i rich snippet (es. breadcrumb, articoli, recensioni)
  • un file robots.txt ben configurato
  • una sitemap.xml aggiornata e inviata a Search Console

Sono piccoli dettagli, ma fanno la differenza sulla capacità di Google di leggere e indicizzare il nuovo sito.

7. Test su staging: non andare live alla cieca

Prima del lancio ufficiale, testa tutto in ambiente staging:

  • funzionalità
  • link interni ed esterni
  • redirect 301
  • performance mobile
  • tracciamenti (GA4, eventi, conversioni…)

Solo quando tutto funziona al 100% puoi migrare. E anche dopo, resta in ascolto.

8. Monitoraggio post-lancio

Dopo la messa online, non rilassarti. Monitora:

  • traffico e ranking
  • errori di scansione
  • pagine con cali anomali

Usa Search Console, Analytics e strumenti come Ahrefs o Semrush per accorgerti subito di eventuali problemi e intervenire rapidamente.

👉 Potrebbe interessarti anche il post: sito nuovo, ma i contatti calano: cosa sta succedendo?

Conclusioni

Un restyling fatto bene non è solo un “trucco grafico”. È un’operazione chirurgica su struttura, contenuti e SEO. Serve metodo, attenzione e una roadmap chiara come quella che ti ho appena mostrato. Se stai pensando di rifare il tuo sito e pensi di aver bisogno di un aiuto, contattami: posso affiancarti nel processo, dall’audit iniziale fino al post-lancio.

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